Università, crescono le tasse (e anche gli studenti esenti)

In Italia ci sono un milione e 600mila studenti. Di questi, fino all’anno accademico 2016, quelli che risultavano essere totalmente esonerati dal pagamento delle tasse erano circa uno su dieci, e poco meno del 10% erano i beneficiari di borse di studio. Ne consegue che i costi per il sostegno dell’intero sistema universitario gravavano interamente sulle famiglie di quell’80% degli iscritti che non potevano essere esentati dai pagamenti e non ricevevano una borsa di studio. Una platea che non ha beneficiato di sconti, e che si è ulteriormente ridotta con la Finanziaria del 2017 che ha istituito una no tax area per redditi Isee inferiori a 13 mila euro. Ne è derivato che gli studenti esentati dal pagamento delle tasse universitarie sono ora un terzo e quelli che pagano le tasse con importi agevolati sono un altro terzo.

Ma cosa avviene nel resto d’Europa? Stando a quanto suggerisce il raffronto elaborato dal Eurydice National Student Fee and Support Systems in European Higher Education 2017/18 della commissione Ue, gli studenti più fortunati sembrano essere quelli danesi, i maltesi, gli svedesi, i finlandesi e gli scozzesi, dove solo una bassa percentuale paga le tasse. È invece molto più elevata rispetto alla nostra la percentuale di coloro che possono beneficiare di borse di studio.

In altri Paesi come la Germania, meno della metà paga le tasse, ma le borse di studio vanno solo ad una minoranza. Tra i Paesi in cui le tasse vengono pagate praticamente da tutti e in cui la percentuale di assegnazioni di borse di studio è scarsa, l’Italia non è certo la sola: a differenza di quanto avviene da noi, però, la percentuale di borsisti di studio è più alta in Francia o in Spagna.

Peraltro, è notevole il differenziale sull’importo da versare. L’Italia non è la più cara ma… quasi: a parte quelli in cui le tasse non si pagano, meno di tutti spendono gli studenti del primo ciclo che sono in regola con il percorso di studi in Repubblica Ceca, Polonia, Slovenia e Slovacchia, con un massimo di 100 euro all’anno. Meno di 1.000 euro si spendono in Francia, Belgio, Bulgaria, Croazia, Lussemburgo, Austria, Bosnia ed Erzegovina, Serbia, Islanda, Montenegro, Ex Repubblica jugoslava di Macedonia e Turchia. Tra i 1.001 euro e i 3.000 euro si spendono invece in Irlanda, Spagna, Paesi Bassi, Portogallo, Svizzera, Liechtenstein e Ungheria.

 

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