Università, a Parma nasce quella internazionale del cibo

192951835-25ecd427-5de7-45a3-bd7a-92c870a78da9A Parma sta per essere lanciata l’Università internazionale del cibo, con l’ambizioso obiettivo di unire cervelli e passioni e coinvolgerli poi all’interno di progetti di rilancio del territorio locale, e non solo. Un’iniziativa che sopra abbiamo definito ambiziosa, ma che difficilmente avrebbe potuto trovare terreno più fertile di Parma, recentemente riconosciuta capitale creativa Unesco della Gastronomia.

Annunciata lo scorso 8 marzo al Teatro Regio da Barilla, Chiesi e Dallara, l’iniziativa è ora entrata nel vivo con date, organizzazione e ulteriori dettagli. Dettagli, in vero, non da poco: per il momento l’azione ha già ottenuto la partecipazione di 45 aziende e 150 firme di adesione, con l’ambizione di generare un dipartimento agroalimentare dentro l’ateneo, in grado di divenire un punto di riferimento mondiale e possa fungere da leva per lo sviluppo sinergico del territorio.

Sviluppo che proprio a Parma, come sopra abbiamo anticipato, dovrebbe essere più agevole e prolifico: il territorio ha un’identità alimentare quantificabile in almeno 8 miliardi di euro, e presenta alcune eccellenze globali come le denominazioni di origine protetta del prosciutto, del parmigiano, del culatello, o big mondiali dell’alimentare come Barilla.

Tornando alle date e alle scadenze che sono state imposte, la prima è quella del 13 giugno, giornata in cui si terrà il primo laboratorio sul food all’Accademia Barilla. Il giorno dopo, il 14 giugno, è invece la volta di un focus sul tema cultura al Regio, mentre il 16 Dallara terrà un laboratorio sul turismo. Il 29 giugno, invece, al campus universitario si discuterà di formazione e di innovazione.

Ogni laboratorio può essere partecipato attivamente dalla cittadinanza: per il momento il bacino di iscritti potenziali è di un centinaio, e seguirà un ordine di iscrizione. Occorrerà pertanto recarsi sulla piattaforma parmaiocisto.com e provvedere all’iscrizione. Iscrizioni che si prevedono particolarmente accese: dalla “direzione” del progetto rendono infatti noto di avere già avuto adesioni informali per oltre 400 persone, evidentemente pronte e desiderose di divenire parte attiva e integrante dei progetti.

Un programma, quello dell’Università internazionale del cibo, che i promotori precisano essere non un programma di tre industriali, bensì un’azione portata avanti dalle parti in causa in qualità di “ambasciatori” di un progetto di valorizzazione di tutta la città. Seguiremo con attenzione l’evolversi di questo progetto, e i risultati concreti che riuscirà a generare per il bene di Parma e dell’intera economia italiana.

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