Università mediterranee contro la desertificazione

joshua-tree-national-park-74399_960_720Negli ultimi giorni l’Università di Sassari ha promosso un progetto di ricerca per lo sviluppo di sistemi sostenibili volti alla gestione delle risorse idriche in campo agricolo, a coinvolgimento non solamente dell’istituto universitario sardo, quanto anche altre università del Mediterraneo.

L’obiettivo è quello di procedere con una più incisiva lotta alla desertificazione, che riguarda tutto l’ambiente mediterraneo, partendo dalla Convenzione internazionale delle Nazioni Unite sulla lotta alla desertificazione e dalla risoluzione approvata lo scorso anno, che prevede la c.d. “Land Degradation Neutral”, ovvero un’iniziativa che punta, per ogni ettaro di terreno consumato o degradato, a recuperare un altro ettaro di terreno. Un obiettivo ambizioso ma necessario, considerato che la desertificazione produce danni irreperabili sul forte della disponibilità di cibo, di acqua, e ancora sulla qualità dell’aria e ovviamente sul clima.

Dall’iniziativa è emerso altresì che non è sufficiente conservare le risorse che si hanno, ma occorre incrementarle, poichè anche la popolazione umana sta aumentando, e con essa i correlati bisogni. Insomma, quanto sopra significa che bisogna impegnarsi per poter ridurre gli sprechi, recuperando i degradati e valorizzando le poche risorse disponibili, incrementando la produttività delle terre che sono ancora rimaste disponibili.

Le prime aree di intervento sulle quali l’iniziativa opererà si trovano in Algeria e in Tunisia, zona molto aride che hanno un tasso di piovosità inferiore a un terzo o a un quarto di quello che accade qui in Italia. La poca acqua che c’è, inoltre, spesso si perde per evaporazione ed è dunque praticamente impossibile cercare di accumularla in superficie. Di contro, è possibile cercare di accumularla in profondità, nel sottosuolo, in modo da garantirne il mantenimento nel tempo anche della qualità.

Per tale motivo, il progetto punta a realizzare delle opere molto semplici dal punto di vista tecnologico, e di conseguenza delle opere dal basso costo che consentono, quando piove, che questa acqua possa accumularla negli acquiferi. Un’iniziativa meritevole di tanta attenzione, che proprio gli istituti universitari dei territori che risultano essere maggiormente colpiti dal fenomeno stanno cercando di conquistare e di mettere in atto, dimostrando una ottima proattività delle aree interessate alla desertificazione, e una volontà di reagire a una tendenza in atto che sembra oramai difficilmente arrestabile.

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