eSports, l’Università Statale di Milano apre le sue porte

L’Università Statale di Milano ha annunciato la propria volontà di aprire al mondo degli eSports. Attraverso il CUS, il Centro Universitario Sportivo, l’istituto milanese vuole infatti riconoscere e aprire le proprie porte al fenomeno dell’eSport, promuovendone l’inclusione attraverso le proprie attività.

Un’apertura molto importante, e non certamente casuale. Come ricorda infatti il quotidiano Il Sole 24 Ore in un recente approfondimento, dopo la discussa apertura agli eSports compiuta dal Comitato Olimpico Internazionale, quella del CUS sembra essere un ulteriore tassello nello sviluppo del gaming competitivo, tanto che si arriva a ipotizzare che già dal prossimo anno i tradizionali campionati e competizioni universitarie di calcio & co., potrebbero essere affiancate anche dagli eSports, come League of Legends o Overwatch.

L’iniziativa è sorta altesì anche in virtù della collaborazione con University Esports Series, una realtà fondata in seno a PG eSports, che da anni è impegnata a portare all’interno delle Università l’agonismo videoludico mediante eventi e tornei dedicati. E, fra le varie priorità condivise, è spiccata anche quella di realizzare e promuovere una lega universitaria europea per gli sport elettronici.

Guai, peraltro, a considerare gli eSports dei semplici giochi e passatempi infruttuosi. Se infatti per il momento l’economia mossa dal gaming competitivo non è esplosa (un censimento condotto da Paypal e SuperData ha infatti rilevato che nel corso del 2016 si sono spostati poco più di 12 milioni di euro nel nostro Paese) sono sicuramente più incoraggianti le proiezioni nel medio e nel lungo termine.

Per quanto concerne il crescente interesse, secondo quanto afferma un recente studio condotto da Nieseln, da qui al prossimo lustro ogni anno l’audience potrebbe raddoppiare, fino a raggiungere al 40-50% dei 16/40 anni, che possono o potranno dirsi interessati ai videogiochi competitivi.

“L’eSport è sempre stato un buco nero di marketing, in cui investire per avere un ritorno di immagine” ha affermato Stefano Cozzi, EU Core Publishing Manager di Riot Games, uno degli studiosi più noti nel settore, che ha sviluppato League of Legends e che oggi è nel portafoglio del colosso cinese Tencent, “la prima volta che lo si guarda come una fonte di guadagno già nella sua trasmissione, per i diritti di diffusione e gli introiti annessi”.

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