Marketing vs. Comunicazione: come capire qual è la magistrale giusta per te?

UniversitàSpesso vengono nominate insieme, e altrettanto spesso confuse. Ma marketing e comunicazione sono due ambiti distinti, con obiettivi, competenze e approcci diversi. Scegliere tra una magistrale in marketing e una in comunicazione richiede prima di tutto consapevolezza: che cosa interessa fare? In quale contesto ci si vuole lavorare? E con quale grado di responsabilità e visione?

Entrambi i percorsi possono portare a carriere solide e ben retribuite, ma si collocano in aree operative differenti. Un errore comune è scegliere in base al nome del corso, senza considerare i contenuti, gli sbocchi e le attitudini richieste. Per chi è orientato a un percorso che unisce entrambi gli ambiti, e vuole approfondirli in modo trasversale, esiste anche la possibilità di scegliere una laurea magistrale marketing e comunicazione, come quella presentata a questo link.

Due funzioni diverse, due modi di agire nel mondo del lavoro

La distinzione tra le due aree è molto importante, perché abbracciano carriere professionali differenti.

Il marketing si occupa della progettazione dell’offerta: decidere cosa vendere, a chi, in che modo e con quale posizionamento. È un ambito fortemente orientato alla strategia, al prodotto, al comportamento del consumatore. Il lavoro quotidiano di chi opera nel marketing comprende l’analisi dei dati, la gestione dei prezzi, la segmentazione del mercato, la pianificazione delle vendite e la definizione delle campagne commerciali.

La comunicazione, invece, lavora sulla costruzione della relazione tra l’organizzazione e i suoi pubblici: clienti, cittadini, media, istituzioni, comunità. Si concentra sulla narrazione, sul messaggio, sui canali espressivi. Chi lavora in questo ambito progetta piani editoriali, gestisce la reputazione del brand, scrive per i media, cura la coerenza dei contenuti in ogni contesto di interazione.

Scegliere l’uno o l’altro percorso significa anche decidere il tipo di linguaggio con cui si vuole agire: più numerico, strategico e orientato al business nel marketing; più creativo, relazionale e culturale nella comunicazione.

Sicuramente i due ambiti si sfiorano continuamente, ma è bene tenerli distinti quando si cerca orientamento per la carriera.

Che cosa si studia (e cosa si impara davvero) in ciascun percorso

Una laurea magistrale in marketing punta a sviluppare competenze fortemente analitiche e progettuali. Si lavora su modelli decisionali, comportamento dei consumatori, gestione del prodotto, data analysis e strumenti di digital advertising. L’obiettivo è quello di formare figure capaci di elaborare strategie e trasformarle in azioni concrete, misurabili e scalabili.

Nei corsi di comunicazione, invece, la formazione ha un taglio più linguistico, mediologico e socio-culturale. Si studia la teoria dei media, le tecniche di scrittura, il public speaking, la gestione delle crisi reputazionali, il branding narrativo, le dinamiche della comunicazione istituzionale. Ci si prepara a gestire flussi di messaggi, eventi, relazioni con i media e con l’opinione pubblica.

In alcuni percorsi integrati, le due anime si incontrano: si approfondisce il marketing strategico, ma anche la progettazione di contenuti; si analizzano i comportamenti d’acquisto, ma anche le dinamiche della comunicazione politica o interna. Sono corsi pensati per chi vuole un profilo trasversale, capace di lavorare in team misti e di spostarsi facilmente da un ambito all’altro.

Quale magistrale è più adatta a sé (e a dove si vuole arrivare)

Se si punta maggiormente verso l’analisi del mercato, la gestione dei prodotti, l’efficienza delle campagne e la misurazione dei risultati, si è adatti a lavorare nel marketing. In questo ambito è possibile ricoprire ruoli come product manager, brand strategist, CRM analyst o digital marketing specialist. È una scelta ideale per chi vuole lavorare in azienda, nella consulenza o nella tech industry, con una visione molto orientata alla crescita.

Se invece interessano più i modi in cui le organizzazioni comunicano, costruiscono la loro immagine, si relazionano con le persone e presidiano il discorso pubblico, si è più affini con la comunicazione. Questo campo forma figure come communication manager, content strategist, addetto stampa, specialista in relazioni pubbliche o responsabile eventi. Ci sono anche figure più di nicchia, che per esempio lavorano nella gestione delle crisi, o per risollevare profili “sepolti”. Il campo evolve di continuo.

Non è tassativo scegliere l’uno o l’altro ambito, semmai è bene prediligerne uno ma conoscere a fondo anche l’altro. Ciò che conta davvero, sin dagli anni della formazione universitaria, è scegliere il percorso giusto, cioè quello che non limita la visione teorica, ma che include pratica, collaborazione con aziende e docenti con esperienza diretta sul campo.

 

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