Università di Parma, inaugurazione (con polemiche) dello spazio per la preghiera islamica

È stato inaugurato con una coda di polemiche lo spazio per la preghiera islamica situato all’interno dell’Università di Parma. L’area si trova nel plesso di via d’Azeglio e oggi, 27 giugno, è stato ufficialmente aperto alla presenza del Prorettore all’edilizia e all’insediamento Urbano Carlo Quintelli, e da docenti e studenti. L’evento è stato preceduto dal seminario “Le sfide dell’Università plurale: i diritti delle persone, l’ampliamento della conoscenza, il valore del dialogo”.

Ebbene, come da tempo preannunciato, e come prevedibile viste le premesse delle scorse settimane, l’inaugurazione della sala ha prodotto una serie di accese polemiche, con il segretario della Lega Nord Emilia Emiliano Occhi che ha dichiarato:

Riteniamo questa decisione inaccettabile e fuori da ogni logica in questo momento storico. L’Università deve essere un luogo di cultura e apprendimento, non un luogo in cui professare religioni. Ci chiediamo, a questo punto, se ogni persona che avanzi una richiesta di avere un luogo in cui pregare questa venga soddisfatta. Inoltre ci chiediamo, di conseguenza, se ci siano abbastanza stanze per accontentare tutti. Perché gli enti scolatici statali, che sono laici, dovrebbero promuovere iniziative di una parte religiosa? A nostro avviso queste sono manovre puramente escogitate per fini elettorali, perché, altrimenti, si troverebbe un modo per fare iniziative sociali e giornate di studio puntate veramente a creare un clima di confronto tra una pluralità di confessioni religiose. Noi chiediamo che il Rettore intervenga al più presto per fermare questa concessione altrimenti chiederemo anche noi una stanza per i cattolici praticanti nel rispetto delle radici della nostra società.

Il Prorettore Quintelli ha spiega che la decisione è stata quella di fornire uno spazio allargando la dotazione dell’Ateneo per le esigenze e le richieste degli studenti. E anche se 20 metri quadrati possono sembrare poca cosa – afferma Quintelli – sono in realtà tanto se si pensa all’Ateneo come a un luogo di incontro e di tolleranza, di rispetto delle idee e delle fedi, di elaborazione del confronto culturale, educativo, scientifico.

Umberto Eco dice che quello che studiamo oggi alla società sarà di attualità tra quindici-vent’anni- E’ giusto che l’Università si occupi di questi aspetti, guardando un po’ al futuro. Tutte queste polemiche sono legate, da una parte ad uno sguardo rivolto al passato, che non capisce cosa sta succedendo nel mondo e dall’altro ad una contingenza che io capisco è ricca di episodi molti drammatici, che non possiamo confondere con una religione così importante come quella dell’Islam.

– ha poi aggiunto Quintelli.

E voi che ne pensate?

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