Università e lavoro sono sempre più distanti?

knowledge-1052014_960_720È stato recentemente presentato a Napoli l’Indagine 2016 su Profilo e Condizione occupazionale. Il dossier, a cura di Almalaurea, conferma le profonde differenze sussistenti tra le diverse regioni italiani e tra le diverse classi di provenienza.

In particolare, accompagnando la diffusione del dossier, il presidente di Almalaurea Ivano Dionigi ha dichiarato che “chi proviene da contesti famigliari più avvantaggiati ha più opportunità. Questo significa che l’università non livella più, c’è bisogno di una seria politica di diritto allo studio”.

In tal proposito, Almalaurea ha anche sottolineato come i flussi di mobilità territoriale dell’ultima indagine abbiano ribadito come negli ultimi 10 anni vi sia stata una emorragia di giovani risorse e talenti dal Sud verso il Nord. “Questo divario che sembra ingigantirsi – dice Gaetano Manfredi, Rettore dell’università Federico II di Napoli e presidente della CRUI – potrebbe essere superato solo decidendo di investire nei laureati, vera e propria benzina per il motore del nostro territorio”.

Per quanto concerne il livello occupazione, a cinque anni dal conseguimento del titolo di studio, le differenze tra Nord e Sud si sono invece ridotte in modo significativa, pur rimanendo a favore del Settentrione d’Italia. In particolar modo, tra i laureati magistrali, il gap occupazionale tra il Nord e il Sud è sceso a 15 punti percentuali, visto e considerato che lavorano 89 laureati su 100 residenti al Nord, e 74 laureati su 100 residenti al Sud. Tra uno e cinque anni, è calato ancora il differenziale del tasso di disoccupazione, che si attesa su 12 punti percentuali (il 6 per cento al Nord, il 18 per cento al Sud). Cresce anche la stabilità, che a cinque anni dall’acquisizione del titolo di studio coinvolge 72 occupati su 100 al Nord, e 67 occupati su 100 al Sud. A cinque anni dal titolo, al Sud crolla la percentuale di laureati che lavora senza un regolare contratto è del 2,5 per cento, contro l’1 per cento al Nord.

In miglioramento, sostiene Almalaurea, anche le retribuzioni. Al Settentrione della Penisola si attestano infatti a 1.480 euro netti mensili, mentre al Sud sono pari a 1.242 euro.

“Per sperare in un futuro migliore – conclude il Rettore Gaetano Manfredi – serve un’alleanza con le istituzioni, un impegno da parte delle università per rispondere alle esigenze della società, ma anche impegno da parte delle imprese che devono guardare ai giovani con più attenzione per valorizzare gli individui e il titolo di studio dal punto di vista economico”.

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